Piano zucchi, sentiero nipitalva,, case mastro peppino Rifugio Valle Giumenta e Lago mandria del conte
邻近 Isnello, Sicilia (Italia)
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路线照片



行程描述
Percorso ad anello da Isnello passando per:
- Rifugio Valle Giumenta (10.9 km)
- Lago mandria del conte (13.9 km)
Percorso molto vario e fra i più belli delle Madonie. È possibile vedere diverse varietà di alberi in funzione della quota, dai lecci, alle roverelle, ai facci, agli agrifogli. In questo periodo prati sono coperti di euforbia, e asfodelo bianco e giallo. La particolarità di questo percorso è anche quella di poter osservare le peonie sia bianche che viola, solo qui le ho trovate. Bisogna fare attenzione dopo giornate di pioggia. Il ruscello che si deve passare nel tratto iniziale potrebbe essere con portata tale da impedire un facile attraversamento. Dopo un primo tratto in discesa e pianeggiante si deve affrontare una salita con pendenza abbastanza costante per metá percorso. Dopo le case di mastro peppino, si arriva al rifugio di valle giumenta, il più bello delle Madonie (è aperto ed è possibile passarci la notte). Da lì si scende verso il laghetto di mandria del conte. Costante è la presenza di daini lungo il percorso
Le Madonìe o Madonìa (in siciliano Li Marunìi) sono una breve dorsale montuosa posta nella parte settentrionale della Sicilia, interamente compresa nella città metropolitana di Palermo. Si trovano ad ovest dei Monti Nebrodi e dei monti Peloritani. Questi ultimi sono compresi nella città metropolitana di Messina. Questi tre gruppi montuosi formano l'appennino siculo[1]. Il gruppo è costituito, nella sua parte centrale, da un altopiano carsico che comprende le vette più alte della Sicilia dopo l'Etna.
Costituiscono una delle aree di fondamentale importanza per l'approvvigionamento idrico di Palermo e di buona parte della sua area metropolitana: numerosissime sono infatti le manifestazioni sorgentizie qui presenti, alcune delle quali con portate medie attorno agli 800 l/s, come ad esempio quella di Scillato che è captata dall'omonimo acquedotto.
Dal 2015, con l'inserimento nella lista globale dei geoparchi da parte dell'UNESCO, il parco delle Madonie è considerato sito patrimonio mondiale.
In epoca classica, il nome del complesso orografico era Maroneum. Plinio il Vecchio ricorda il toponimo descrivendo il fragore dei boati del vulcano Etna udito da aree distanti: «Fragor vero ad Maroneum et Gemellos Colles».[2] Successivamente il toponimo venne assimilato al feudo di Madonìa, di proprietà dei marchesi Crescimanni. In passato questo era uno dei feudi della Baronia d'Aspromonte che insisteva su parte del territorio di proprietà della famiglia La Farina, nobile di Palermo[3].
Geografia
Massicci montuosi della Sicilia
La catena, situata nella Sicilia centro-settentrionale, è compresa nel Parco delle Madonie e si estende tra le valli dei fiumi Imera Settentrionale ad ovest e Pollina ad est, che lo separa dai monti Nebrodi; a sud le Madonie abbassano bruscamente dalle cime in coincidenza del confine con il Libero Consorzio di Caltanissetta, che costituisce il confine meridionale dividendo le Madonie dagli altopiani dell'entroterra siciliano[4], mentre a nord le Madonie si tuffano nel Mar Tirreno che ne segna dunque il limite settentrionale.
A partire dalla costa settentrionale si susseguono il rilievo di Pizzo Dipilo, il Piano Zucchi tra il rilievo di Monte Cervi (con le cime di Monte Castellaro, Pizzo Antenna Piccola, Pizzo Colla e Monte Fanusi insieme con la sorgente di Scillato) e quello di Pizzo Carbonara, in gran parte occupato da un altopiano con doline e con pareti sub-verticali verso ovest e nord. Segue il gruppo montuoso di Monte San Salvatore, costituito da arenarie, con numerose cime secondarie tra cui il Monte Alto, dove sorge un santuario dedicato alla Madonna, Monte Cavallo e Monte Scalone, sul cui versante settentrionale crescono gli ultimi esemplari di Abies nebrodensis, abete neoendemico siciliano.
Ad est del Torrente Mandarini (affluente dell'Imera Meridionale) si eleva il Pizzo Catarineci, rilievo arenaceo alla cui sommità c'è un'ampia prateria spesso frequentata da cavalli, circondata da boschetti di faggio. A nord, sul mare, in posizione isolata, troviamo quella che è considerata la punta estrema delle Madonie: la Rocca di Cefalù (270 m s.l.m.)
Le Madonie sono l'ultima catena montuosa dell'Appennino Siculo (che a sua volta fa parte dell'Appennino Meridionale) e segnano, quindi, la fine degli Appennini.
- Rifugio Valle Giumenta (10.9 km)
- Lago mandria del conte (13.9 km)
Percorso molto vario e fra i più belli delle Madonie. È possibile vedere diverse varietà di alberi in funzione della quota, dai lecci, alle roverelle, ai facci, agli agrifogli. In questo periodo prati sono coperti di euforbia, e asfodelo bianco e giallo. La particolarità di questo percorso è anche quella di poter osservare le peonie sia bianche che viola, solo qui le ho trovate. Bisogna fare attenzione dopo giornate di pioggia. Il ruscello che si deve passare nel tratto iniziale potrebbe essere con portata tale da impedire un facile attraversamento. Dopo un primo tratto in discesa e pianeggiante si deve affrontare una salita con pendenza abbastanza costante per metá percorso. Dopo le case di mastro peppino, si arriva al rifugio di valle giumenta, il più bello delle Madonie (è aperto ed è possibile passarci la notte). Da lì si scende verso il laghetto di mandria del conte. Costante è la presenza di daini lungo il percorso
Le Madonìe o Madonìa (in siciliano Li Marunìi) sono una breve dorsale montuosa posta nella parte settentrionale della Sicilia, interamente compresa nella città metropolitana di Palermo. Si trovano ad ovest dei Monti Nebrodi e dei monti Peloritani. Questi ultimi sono compresi nella città metropolitana di Messina. Questi tre gruppi montuosi formano l'appennino siculo[1]. Il gruppo è costituito, nella sua parte centrale, da un altopiano carsico che comprende le vette più alte della Sicilia dopo l'Etna.
Costituiscono una delle aree di fondamentale importanza per l'approvvigionamento idrico di Palermo e di buona parte della sua area metropolitana: numerosissime sono infatti le manifestazioni sorgentizie qui presenti, alcune delle quali con portate medie attorno agli 800 l/s, come ad esempio quella di Scillato che è captata dall'omonimo acquedotto.
Dal 2015, con l'inserimento nella lista globale dei geoparchi da parte dell'UNESCO, il parco delle Madonie è considerato sito patrimonio mondiale.
In epoca classica, il nome del complesso orografico era Maroneum. Plinio il Vecchio ricorda il toponimo descrivendo il fragore dei boati del vulcano Etna udito da aree distanti: «Fragor vero ad Maroneum et Gemellos Colles».[2] Successivamente il toponimo venne assimilato al feudo di Madonìa, di proprietà dei marchesi Crescimanni. In passato questo era uno dei feudi della Baronia d'Aspromonte che insisteva su parte del territorio di proprietà della famiglia La Farina, nobile di Palermo[3].
Geografia
Massicci montuosi della Sicilia
La catena, situata nella Sicilia centro-settentrionale, è compresa nel Parco delle Madonie e si estende tra le valli dei fiumi Imera Settentrionale ad ovest e Pollina ad est, che lo separa dai monti Nebrodi; a sud le Madonie abbassano bruscamente dalle cime in coincidenza del confine con il Libero Consorzio di Caltanissetta, che costituisce il confine meridionale dividendo le Madonie dagli altopiani dell'entroterra siciliano[4], mentre a nord le Madonie si tuffano nel Mar Tirreno che ne segna dunque il limite settentrionale.
A partire dalla costa settentrionale si susseguono il rilievo di Pizzo Dipilo, il Piano Zucchi tra il rilievo di Monte Cervi (con le cime di Monte Castellaro, Pizzo Antenna Piccola, Pizzo Colla e Monte Fanusi insieme con la sorgente di Scillato) e quello di Pizzo Carbonara, in gran parte occupato da un altopiano con doline e con pareti sub-verticali verso ovest e nord. Segue il gruppo montuoso di Monte San Salvatore, costituito da arenarie, con numerose cime secondarie tra cui il Monte Alto, dove sorge un santuario dedicato alla Madonna, Monte Cavallo e Monte Scalone, sul cui versante settentrionale crescono gli ultimi esemplari di Abies nebrodensis, abete neoendemico siciliano.
Ad est del Torrente Mandarini (affluente dell'Imera Meridionale) si eleva il Pizzo Catarineci, rilievo arenaceo alla cui sommità c'è un'ampia prateria spesso frequentata da cavalli, circondata da boschetti di faggio. A nord, sul mare, in posizione isolata, troviamo quella che è considerata la punta estrema delle Madonie: la Rocca di Cefalù (270 m s.l.m.)
Le Madonie sono l'ultima catena montuosa dell'Appennino Siculo (che a sua volta fa parte dell'Appennino Meridionale) e segnano, quindi, la fine degli Appennini.
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